Voi siete al mio fianco e vi chiedo di pregare per me
«L'Accolito è istituito per aiutare il Diacono e per fare da ministro al Sacerdote. È dunque suo compito curare il servizio dell'altare, aiutare il Diacono e il Sacerdote nelle azioni liturgiche, specialmente nella celebrazione della Santa Messa; inoltre, distribuire, come ministro straordinario, la Santa Comunione tutte le volte che i ministri, (…) non vi sono o non possono farlo per malattia, per l'età avanzata o perché impediti da altro ministero pastorale, oppure tutte le volte che il numero dei fedeli, i quali si accostano alla Sacra Mensa, è tanto elevato che la celebrazione della Santa Messa si protrarrebbe troppo a lungo. Nelle medesime circostanze straordinarie potrà essere incaricato di esporre pubblicamente all'adorazione dei fedeli il Sacramento della Santissima Eucaristia e poi di riporlo; ma non di benedire il popolo.» (PAOLO VI, Lettera Apostolica Ministeria Quaedam, 15 Agosto 1972)
Per chi non fosse a conoscenza dei compiti propri di un accolito all’interno della comunità cristiana e non avesse tanto tempo per leggere questo articolo, credo che possano bastare come ottima sintesi le parole usate dal papa San Paolo VI nella lettera apostolica sopracitata.
A me piacerebbe invece rendervi partecipi di quelli che sono i pensieri e i sentimenti che mi stanno accompagnando in questo tempo di preparazione alla celebrazione di domenica, nella quale mi sarà concesso il dono di essere sempre più a servizio di Gesù Eucaristia nella comunità.
E pensavo a quanto la comunità cristiana debba essere necessariamente una comunità eucaristica, nella quale la mensa è al centro di tutto (fonte e culmine come dice il Concilio Vaticano II); senza quel centro rischieremmo di essere una semplice agenzia di servizi, certo molto ben organizzata, ma staccata dalla sua fonte unica e imprescindibile: Gesù.
Un centro evita la dispersione, con il rischio di diventare dei fruitori individuali; e invece no! Attorno a quel centro ci possiamo sedere tutti: non è un livellamento, ma una personificazione. Ognuno con la sua diversità si avvicina alla mensa del Signore, e accetta la sfida della comunione, che passa necessariamente dall’Eucarestia. Solo sedendo insieme attorno all’altare con un cuore docile, possiamo ricevere in dono la capacità di creare comunione con tutti, l’accoglienza e la disponibilità a stimare tutti, a riscoprire la fraternità e la pace come frutti della gioia del vivere insieme.
L’Eucaristia non solo ci permette di riscoprire il gusto e la bellezza della fraternità, ma ci offre anche la possibilità di offrire le nostre ferite per farle guarire dalla grazia; per questo la tradizione della Chiesa ci ha insegnato a definire l’Eucarestia anche come farmaco: perché a quella mensa non possiamo fingere, non possiamo indossare maschere, ma ci viene concessa la possibilità di lasciar cadere ogni sovrastruttura che ci imprigiona e non ci fa essere davvero liberi.
Ma non basta, non può finire tutto lì, terminata la messa. Perché l’Eucarestia ha nella sua essenza stessa la missione: ci permette, se lo desideriamo davvero, di diventare operatori concreti di comunione, di dialogo, di accoglienza, di interculturalità: non costruttori di muri ma di ponti.
Queste sono belle parole, bellissime anzi! Ma non è facile, e soprattutto non si può vivere in maniera individuale. Essere chiamato a questo grande dono, credetemi, mi riempie di gioia ma anche di un senso di inadeguatezza; è difficile, ma voi siete al mio fianco e vi chiedo di pregare per me.
Sono contento di poter ricevere il “ministero del servizio” nella parrocchia dove la Chiesa mi ha chiesto di mettermi a servizio. Sono contento di stare con voi, perché profumate di Eucaristia, di Cristo.
Vi voglio bene, Silvio
Domenica 10 gennaio 2021, a Corato, nella Parrocchia di S. Maria Greca, alle 18.30, durante una celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, il seminarista Silvio Caldarola, è istituito accolito.